Breve storia di Villa Ponti Bellavista: indirizzo da affittare per svago e relax, che può ospitare fino a quattordici guest alla volta
“La famiglia Fossati di Milano si rifugiò a Civenna, sul lago di Como, durante la Seconda Guerra Mondiale e amò talmente tanto il luogo da continuare a venirci in vacanza per tutti gli anni Cinquanta. Un giorno, quando tutti erano seduti in un bar a prendere un caffè con degli amici del posto, qualcuno si precipitò a dire al signor Fossati che il più bel terreno del lago era in vendita. Il venditore lo raggiunse mezz’ora dopo e il terreno fu acquistato con una stretta di mano”. Inizia così la storia di Villa Ponti Bellavista, oggi una casa vacanze da sogno affacciata sulle acque dolci che sfiorano il capoluogo lombardo. La struttura fu realizzata negli anni Sessanta da Gio Ponti, Cesare Casati ed Enzo Hybsch: un terzetto di architetti che, a quei tempi, stava firmando progetti di fama internazionale.
Brando Cimarosi
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In particolare, Gio Ponti fu abile nel sintetizzare fra gli esterni e gli interni della villa caratteristiche che appartenevano e appartengono tuttora al tema navale, incorporando nell’edificio i fumaioli tipici delle imbarcazioni da crociera e trasformandoli in soluzioni (moderne) per illuminare l’outdoor e il soggiorno. Villa Ponti Bellavista è da immaginare come un transatlantico di lusso? Quasi. Perché dall’abitazione, punteggiata da undici finestre che ricordano un ponte di osservazione, è possibile scorgere le Alpi svizzere, le montagne della Grigna e il braccio lecchese del lago. Anche il camino, fedele custode del fuoco, è in realtà un chiaro riferimento alla navigazione: progettato per ricordare la poppa di una nave, materializza uno spazio ampio, seppure intimo, in cui intavolare conversazioni. Ed è come se la casa – con un poco di immaginazione – potesse muoversi sulla pelle dell’acqua.
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Per costruirla, architetti e operai impiegarono due anni. Terrazze e giardino, in particolare, richiesero moltissime attenzioni: “per evitare che l’edificio scivolasse nelle profonde acque sottostanti”, si legge sulla descrizione ufficiale del progetto. Dal 1966, la famiglia Fossati la frequentò nei fine settimana e per le vacanze – del resto, con il clima mitigato dalla presenza delle alture circostanti, l’indirizzo rappresentava una boccata d’aria dall’afa di Milano (città di residenza della discendenza). Nel 2017, la villa fu venduta agli attuali proprietari. Oggi, pronta a dare il benvenuto a (nuovi) ospiti, è una destinazione da abitare temporaneamente per svago, relax, vacanze. E apre le porte a quattordici guest alla volta. La superficie si estende su due piani legati funzionalmente ed emotivamente da una scala a chiocciola. Ogni livello vanta un salone, e cioè un’area comune che si identifica come un luogo devoto alla conversazione: è lo spazio sociale della casa. L’intero edificio conta sei camere da letto e cinque bagni. Esibisce ancora il retaggio architettonico di chi la realizzò, somigliando a una nave pronta a salpare.
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